martedì 12 maggio 2009

Letino. E nient'altro!






Letino è uno straccio lasciato al sole per troppe ore, è un lenzuolo appeso ad un filo di ferro, schiaffeggiato e sbattuto dal vento. La legna è ordinata a blocchi agli angoli delle case, disposte in fila lungo la strada principale, l’unica che c’è nel paese. Letino è una donna col fazzoletto tra i capelli, ammassati tutti dietro la nuca di una strada. Qualche negozio ed un paio di Bar restano ad aspettare. In cima, il santuario dei due venti si specchia da un lato sul lago di Letino e dall’altro su quello di Gallo Matese. Le capre sono chiuse nel recinto, controllate da un cane che se ne sta accovacciato e tranquillo. Letino è il deserto. In tutto conta quattrocento anime, una sola famiglia. Il paese si svuota quando c’è un matrimonio, restano soltanto le sedie e le serrande abbassate. Se si sale fino in cima si sente ancora l’odore della polvere da sparo, degli agguati e delle fughe; si intravedono i rifugi che più di cento anni fa ospitarono i briganti che da qui e da San Lupo sognavano il sogno dell’anarchia. Due donne parlano lentamente alla fermata di un autobus che non passerà mai. Letino è disperso ad oltre mille metri d’altezza, ma non puzza di turismo. Qui non ci sono gite organizzate, non ci sono parcheggi-sosta per gli autobus, non si vedono gruppi di persone andare in giro col cappellino dello stesso colore, non ci sono negozi di souvenir, e portachiavi a forma di formaggio, non ci sono bancarelle che vendono caramelle. Qui non esistono prodotti tipici, non ci sono piste per sciare, non ci sono sagre ogni mese. La gente preferisce lasciare la porta di casa aperta. Le vie del paese hanno ancora il coraggio di chiamarsi coi loro nomi, coi nomi di Errico Malatesta e di Carlo Cafiero. La tradizione, invece, è una zavorra che tocca al massimo ad un’altra generazione, non di più. La morte degli ultimi condottieri segnerà anche la fine di questo ultimo viaggio. Letino oggi conta pochi superstiti ma un grande artista, l’ultimo anarchico, lo scultore della pietra. Quassù si respira soltanto, e pure a fatica. Si boccheggia, nonostante l’aria sia fresca. Il paese è una roccia nuda, vento e sabbia della montagna, latte appena munto e muschio che si forma in prossimità della riva. Letino è un ruscello che costeggia l’asfalto, che attraversa la montagna e conduce fino al Molise. Letino è qualche nuvola grigia e severa che si affaccia ogni tanto, nel pomeriggio, anche quando non dovrebbe arrivare. Le onde del lago accarezzano la riva. Le onde del lago non sono come quelle del mare, ma sono soffici e rotonde. Delicate. Guido la moto e attraverso una galleria naturale, fatta di alberi verdi altissimi che non lasciano intravedere il sole, una galleria fredda ed umida. Guido fin quando non trovo un posto adatto, un angolo ospitale. Mi fermo. Aggiusto il mio letto di muschio e di pietre, mentre ascolto il vocio dei pescatori che sono fermi al centro del lago. Non si può non dormire, cullati dal suono di un uccello coraggioso che scandisce un suono ipnotico e sordo. E nient’altro.

3 commenti:

  1. Mi sono imbattuto in questo articolo. Bello. Ma c'è un errore non furono briganti coloro che insorsero. Furono contadini e intellettuali. Lo Stato monarchico li accusò di essere briganti
    FAI (Roma)

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  2. Caro FAI
    le mie informazioni sono diverse.
    ...Dalle montagne della provincia d’Isernia e dal versante molisano del Matese, erano partiti i briganti che, lungo la strada, divennero centinaia...

    ...Nonostante la repressione, pochi giorni dopo un nuovo gruppo di briganti riuscì a occupare Letino. Vennero frantumati i simboli sabaudi e saccheggiate le case di residenti considerati “filo-liberali”...

    ...i briganti invasero nuovamente il paese e catturarono 5 giovani soldati della Guardia Nazionale...

    ...E’ passata anche la Repubblica Anarchica del Matese, durata il tempo di una primavera, nel 1877. Sull’eco di quanto i briganti avevano fatto, un gruppo di anarchici, guidati da Carlo Cafiero ed Errico Malatesta, sceglie Letino, perché si accenda la scintilla di una possibile rivoluzione sociale. Gli anarchici occupano il paese, distribuiscono armi e bruciano l’archivio comunale...

    Ad ogni modo ti ringrazio per l'interesse al blog e per lo spunto che mi hai fornito.
    Botnik

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  3. Quello che preferisco di quest'articolo è il sentire l'emozione e l'odore della mia terra. Non ho mai visto Letino, ma adesso non posso non andare..

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