domenica 21 giugno 2009

Gli eroi di Caiazzo




Vico Torre è una stradina in pietra, perpendicolare rispetto a Vico Egizi e a Vico Cedrangolo, nel cuore antico di Caiazzo. Oltre ai gatti randagi, in Vico Torre abita Zi’ Giuvannina, l’unico essere vivente superstite rimasto in zona. Mi accorgo che è in casa perché oltre il cancello in ferro c’è sempre la sua porta aperta. Ogni volta che mi vede Zi’ giuvannina mi invita sempre in casa a prendere “il liquore”, che siano le otto di mattina o di sera è praticamente la stessa cosa. Pigliatevi nu bicchierino e liquore. Mi mostra il vicolo deserto e lo indica come chi mostra il soggiorno di casa. Non ci abita più nessuno, sono andati tutti via, le case sono tutte chiuse, ogni tanto vengono i padroni. Ha sempre un sorriso sincero e genuino che esibisce senza fronzoli i canini placcati in oro. Ha i capelli color rame, Per uccidere il tempo Zi’ Giuvannina coltiva gli orti degli altri, di quelli che sono andati via da molto tempo, di quelli che non tornano al paese da molti anni.

Ci sono i fiori di zucca freschi, prendete prendeteli, entrate nel giardino, se io nun ce stong vado in piazza, stiamo organizzando le vacanze, andiamo a Rimini, col Comune.

Ogni volta che vado a Caiazzo e cerco Don Peppino, non lo trovo quasi mai. Appesa alla porta del suo negozio che affaccia sulla strada principale c’è sempre la scritta “Torno Subito”. Don Peppino non c’è, ma io so dove cercarlo. E’ al Bar affianco a giocare a carte coi suoi amici del paese. Entro e lo trovo che spariglia le carte con gusto e le porge ai suoi amici di gioco. Mi guarda e fa uno scatto come per alzarsi, per venirmi incontro, ma io lo blocco con la mano e lui continua il gioco e mi dice, come sempre, finisco questa mano e vengo. Lo aspetto nell’altra sala ed intanto ordino un caffè. Quando mi raggiunge, mi dice, ma tu che ci fai qua e mi racconta sempre la stessa cosa, un po’ per giustificarsi, un po’ per convincermi. Mi dice che hanno inventato un gioco tutto loro a metà tra la briscola ed il tresette. Abbiamo inventato un gioco tra amici e sapete com’è, mi chiamano sempre.

La figura del sensale mi riporta ai luoghi di mare di un tempo, al profumo dei pini e della salsedine delle cocenti domeniche d‘estate passate in giro a cercare case per la villeggiatura tra la Calabria, la Puglia, Castellabate e Terracina. In macchina, noi 4 eravamo dietro, stipati nel vano posteriore della vecchia regata verde. Si partiva alla ricerca del sanzar, che nel mio immaginario corrispondeva a questa figura un po’ mitologica, metà uomo metà insetto. Era mia madre che biascicava sempre questo vocabolo indefinito e dal suono sdrucciolevole Senzar, Sanzar, a volte Zansar. Dopo molti anni ho capito che il sensale, che era quella figura potente ed autorevole, involontario arbitro dei miei giochi estivi, era in realtà la persona che dava informazioni sulle case del posto.

Don Peppino è sempre vestito in modo elegante. Giacca, cravatta e coppola, lui dice che deve vestirsi così perché deve trattare con i clienti. Ha il viso rugoso, le mani nere e la voce rauca, graffiata dalle sigarette, che continua a fumare con gusto. Don Peppino è un vecchio sensale di paese diventato col tempo il riferimento di un’agenzia immobiliare. Un tempo andava alla ricerca di notizie sulle case e sui terreni di Caiazzo, Alvignano e Castel Campagnano e offriva queste informazioni ai napoletani che cercavano case da queste parti per respirare un po’ di aria pulita. Oggi continua a fare la stessa cosa, è diventato una specie di subagente immobiliare. In realtà non ha un contratto e le commissioni della vendita vanno tutte nella tasca dell’agente. Lui vive essenzialmente delle regalie dei clienti. Mi dice che a Caiazzo oggi vivono solo i genitori, perché i figli sono andati tutti via. Chi in Francia, chi in Inghilterra e chi a Milano. Mi mostra una foto di una ragazza e si fa tradire dall’orgoglio. E’ mia nipote, dice. Si è laureata la settimana scorsa, ma non è riuscita a prendere la lode. I nipoti sono meglio dei figli, mi dice.

2 commenti:

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  2. Veramente bella questa descrizione sia dei luoghi che dei ricordi, ma soprattutto di queste persone che ho conosciuto personalmente anche se sono tanti anni che manco da Caiazzo, mia antica terra natìa, dove ogni tanto mi reco a trovare amici e parenti. Complimenti di vero cuore .

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